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In un flusso di emozioni che pescano nella malinconia come nel sorriso, nella dimensione onirica ma pure nella realtà più asciutta e tagliente, Ersilia Saffiotti riavvolge le sue storie di donna alla ricerca di sé, del proprio angelo custode, scugnizzo come lei, e della sua napoletanità impastata di carne e di levità. La vita irrompe attraverso Mariam, "riconosciuta" in un continente difficile e lontano, o Enza, ultima tra gli ultimi nella resistenza scomposta agli attacchi della vita; o semplicemente attraverso gli occhi di uno sconosciuto, incrociati in un bar dopo una corsa. Su ogni cosa e su ogni sentire, c'è la voce del Vesuvio: come una radice, come un amico generoso che capisce anche quando non gli arrivano parole e spiegazioni, come un'idea che si coltiva segretamente per non sentirsi soli.